Il Dialogo Strategico è una Metodologia, individuata dal Prof. G. Nardone, che rappresenta la base della Terapia Breve Strategica. Essa rappresenta un Intervento-Diagnosi, che porta attraverso la successione di domande strutturate e di altre manovre di tipo psicolinguistico, a far si che il paziente sperimenti un nuovo modo di vedere la propria realtà fin dall’inizio della prima seduta, inducendo il paziente a “sentire” diversamente e dunque a cambiare le sue reazioni, scoprendo risorse che erano bloccate dalle percezioni precedenti.
Il Dialogo Strategico è strutturato in:
Efficace strumento comunicativo per ingiungere le prescrizioni terapeutiche, da applicare nei casi in cui si prevede una decisa resistenza da parte del paziente a seguire le indicazioni del terapeuta, da applicare nei casi in cui si prevede una decisa resistenza da parte del paziente a seguire le indicazioni del terapeuta. La domanda è strutturata con due opposte possibilità di risposta e l’interlocutore potrà decidere quale delle due si adatta al suo caso.
Le Domande ad illusione di alternativa si muovono da interrogativi dapprima più generali per poi con un processo a spirale, stringersi, sulla base delle risposte, strutturandosi attorno ai particolari delle situazioni ed evidenziandone i potenziali punti critici.
Manovra che segue una sequenza di 2-3 domande ad illusione: si utilizzano le risposte per formulare una definizione del problema che ne verifichi la corretta comprensione.
Tecnica raffinata che tramite l’utilizzo di aforismi, metafore, aneddoti, esempi concreti,citazioni poetiche, narrazioni evoca la sensazione che innesca l’effetto emotivo idoneo allo scopo persuasorio.
Lo scopo è quello di orientare i suoi effetti in direzione avversiva nei confronti di atteggiamenti e comportamenti che devono essere interrotti o cambiati in maniera esaltante nei confronti di quelle reazioni da incentivare o incrementare.
Si propone al paziente una cornice conclusiva che gli permetterà di fissare in lui una rappresentazione mnemonica di qualcosa di già realizzato e non da realizzare. Quindi le conseguenze operative saranno vissute come effetti di qualcosa di noto e non di una realtà minacciosa. Questa tecnica è utilizzata in maniera ridondante, con la finalità di produrre effetti fortemente suggestivi che potenziano l’effetto della manovra.
A fine seduta, viene concordato ciò che dovrebbe essere messo in atto per far si che i cambiamenti di prospettiva realizzati, divengano azioni operative nella vita reale del soggetto che ha chiesto aiuto.
Nardone G.; Salvini S.(2004). Il dialogo strategico. Comunicare persuadendo: tecniche evolute per il cambiamento. Ponte alle Grazie.
Autrice: Dott.ssa Francesca Troiano
Psicologa-Specialista in Psicoterapia Breve Strategica