Per poter stabilire cosa sia patologico in una comunicazione, è necessario stabilire inizialmente dei punti fermi sulla comunicazione: degli assiomi che fungano da indicatori di dispersione. Per soddisfare questa esigenza, la scuola di Palo Alto formulò negli anni ‘70 cinque assiomi che divennero il punto di riferimento (e lo sono tuttora) per le ricerche condotte in futuro sull’argomento. Essi sono l’impossibilità di Non-Comunicare, i livelli di contenuto e di relazione, la punteggiatura nella comunicazione, la comunicazione numerica e digitale e Simmetria e Complementarietà nelle relazioni.
Non si può non comunicare. L’intero comportamento in una situazione di interazione ha valore di messaggio, vale a dire è comunicazione ne consegue che comunque ci si sforzi, non si può non comunicare. Non esiste un qualcosa che sia un non-comportamento, quindi non è possibile avere non avere un comportamento. L’attività o l’inattività, le parole o il silenzio hanno tutti valore di messaggio: influenzano gli altri e gli altri, non possono non rispondere a queste comunicazioni e in tal modo comunicano anche loro.
Ogni comunicazione ha un aspetto di contenuto, in cui si trasmette un’informazione (aspetto di notizia) e uno di relazione in cui impone un comportamento (aspetto di comando), di modo che il secondo classifica il primo
Il primo è sinonimo nella comunicazione umana del contenuto del messaggio. Il secondo si riferisce al tipo di messaggio che deve essere assunto (si riferisce al modo in cui tale messaggio deve essere assunto) e perciò alla relazione tra i comunicanti.
Le relazioni solo di rado sono definite da piena consapevolezza da parte dei comunicanti. Infatti, sembra che quanto più una relazione sia “sana” e spontanea tanto più l’aspetto relazionale recede sullo sfondo. Mentre le relazioni “malate” sono caratterizzate da una lotta costante per definire la natura della relazione, mentre l’aspetto di contenuto della comunicazione diventa sempre meno rilevante.
Da tutto questo si deduce che l’aspetto relazionale della comunicazione è identico al concetto di metacomunicazione, infatti essa non solo è una conditio sine qua non della comunicazione efficace ma è anche strettamente collegata con il grosso problema di se e degli altri
La natura di una relazione dipende dalla punteggiatura delle sequenze di comunicazione tra i comunicanti (se si prende in considerazione il punto di vista dell’uno o quello dell’altro; es.: «Lo picchio sempre perché lui si ubriaca». «Bevo per dimenticare di avere una moglie isterica»)
Il linguaggio digitale (digitale, verbale) ha una sintassi logica assai complessa e di estrema efficacia, ma manca di una semantica adeguata nel settore della relazione; il linguaggio analogico (il linguaggio non verbale) invece non ha alcuna sintassi adeguata per definire in un modo che non sia ambiguo, la natura delle relazioni
Tutti gli scambi di comunicazione sono simmetrici o complementari, a seconda che siano basati sull’uguaglianza o sulla differenza (da una parte rapporti paritetici, paritari, democratici, dall’altra rapporti fondati sulla autorità/subordinazione) (Watzlawick e altri, 1971).
Nel caso delle relazioni simmetriche si tende a rispecchiare il comportamento dell’altro. Mentre le relazioni complementari prevedono da parte dei comunicanti l’assunzione di due diverse posizioni: una one-up (superiore, primaria) e l’altra on-down (inferiore, secondaria).
Watzlawick P., J. H. Beavin, D. D. Jackson (1971). Pragmatica della comunicazione umana. Studio sui modelli interattivi delle patologie e dei paradossi. Casa editrice Astrolabio- Ubaldi Editore, Roma.
Autrice: Dott.ssa Francesca Troiano
Psicologa-Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Comment (1)
samir
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